Chirurgia plastica in pillole

“Lo sapevate che…” è sempre un modo interessante per iniziare una conversazione, lo stesso vale per un articolo. In questo caso, si parla del mondo che gira intorno alla chirurgia plastica. E allora, lo sapevate che ai suoi albori la chirurgia plastica era una procedura utilizzata allo scopo di ricostruire parti del corpo danneggiate e che non aveva nulla a che fare con il suo ramo estetico, che oggi è tanto conosciuto? E che, anche se la chirurgia plastica come la intendiamo oggi si è sviluppata a partire dal diciannovesimo secolo, in realtà le sue origini datano molto più indietro nel tempo, al sedicesimo secolo? Pensare alla chirurgia ai tempi del Rinascimento non fa venire in mente ospedali sicuri, materiali sterilizzati o dottori altamente specializzati, insomma, non è certo sinonimo di sicurezza, e se tutto questo non bastasse, a quel tempo le operazioni avvenivano nei negozi dei barbieri. E qual è la ragione? Semplicemente che, per il lavoro che i barbieri facevano e gli strumenti che utilizzavano, erano, a quel tempo, tra gli uomini più esperti nell’uso del “bisturi”.

Per quanto riguarda le statistiche, è noto che il 90% degli individui che si sottopongono a un intervento di chirurgia estetica è di sesso femminile. E allora, lo sapevate che, tra gli uomini che modificano il loro aspetto fisico,  gli interventi che vanno per la maggiore sono quelli della riduzione del petto e l’impianto di peli facciali? –  per quanto riguarda il secondo intervento, la spiegazione è semplice: tutti sappaimo quanto è in voga il trend attuale della barba lunga e folta, da hipster, cosicchè tutti gli uomini che non hanno molti peli in viso, optano per questa operazione. 

E che relazione possono mai avere la chirurgia plastica e la guerra? Ebbene, ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, i soldati nazisti non solo dovevano comportarsi da veri tedeschi, dovevano altresì “sembrare” ariani, appartenenti alla razza pura. E per chi, per genetica, non aveva i tipici tratti della razza ariana? Quei soldati dovevano affrontare operazioni chirurgiche, naturalmente. In maniera simile, anche l’Italia fascista di Mussolini impiegava standard estetici tra gli appartenenti alla classe militare, e quindi tra i soldati era comune vedersi correggere alcuni tratti del volto. Un’altra relazione tra guerra e chirurgia è che la guerra è produttrice di un’enorme quantità di uomini che, rimasti sfigurati a causa delle terribili battaglie combattute, hanno bisogno di ricorrere alla chirurgia plastica; ironicamente, è proprio a partire dalla Prima Guerra Mondiale che grandi progressi nel campo estetico sono stati fatti, ad opera di chirurghi che avevano a disposizione migliaia e migliaia di sfortunati clienti. …